Era capo da quasi vent’anni ed è sempre riuscito a gestire e tener
unita la Compagnia, compito non sempre facile per le complicate
dinamiche del Carnevale.
Il suo carattere burbero, che tutti ormai conoscevamo, non
cancellava i suoi pregi e oggi la tristezza ci accompagna perché
siamo convinti che avrebbe potuto darci ancora tanto.
Diede anche origine alla Compagnia dei mini ballerini e la fece crescere autonomamente.
Oltre al recupero dei balli rituali, Tano, con altri amici, si dedicò anche al canto popolare. Il bar Bivio prima e la sua cucina poi furono per anni il punto di ritrovo. Grazie a questo fu possibile pubblicare “Anderém di là del mare”, il libro che riporta ottanta canti popolari antichi, raccolti a Ponte Caffaro.
Di lui ricordiamo anche l'entusiasmo organizzativo con cui di sabato ci faceva suonare da ballo per raccogliere fondi da destinare alla Compagnia
Segnaliamo anche la enorme esposizione (aperta per ben tre mesi) sugli attrezzi e strumenti della vita contadina
Nel settembre del 2011, stroncato da un male incurabile, Gaetano se ne è andato
Per la verità aveva già dato molto, anche se siamo in pochi a sapere del suo lavoro di ricerca; infatti, se oggi balliamo Cadìna, Bal de l’urs o Fiorentina lo dobbiamo soprattutto a lui e a Bernardo Falconi che, infaticabili, all’inizio degli anni ottanta, percorsero le strade da Brescia a Tione, intervistando vecchi suonatori e ballerini.
In quegli anni decise anche che non avrebbe più respirato i veleni della società Caffaro; da Brescia ritornò a Ponte Caffaro e iniziò una nuova vita, più avara economicamente ma più ricca di soddisfazioni umane: si dedicò alla scultura lignea a tempo pieno. Il Carnevale fece subito capolino anche nella nuova attività e Tano raffigurò, con le sue statue, i ballerini, gli zuavi, i màscher e tutte le figure tradizionali che conosciamo.
Un altro capitolo, che merita di essere ricordato, riguarda le interviste ai vecchi: fra le altre cose,hanno permesso di ricostruire la storia della sconosciuta chitarra italiana, o battente, normalmente usata a Bagolino, prima di essere sostituita dalla chitarra francese, suonata adesso.
Ha anche dato inizio agli incontri sulla musica popolare nel 1983 e 1984 con i due "incontri sul violino tradizionale"
Insomma, ci ha lasciato una grande eredità e consapevolezza: il carnevale non va avanti da sè, ma ha bisogno di alito di vita, dedizione, sprono, entusiasmo, protezione, pazzia, rispetto, regole, energia, calore.
Ci vogliono persone entusiaste che, come Tano, trascinano anche i più restii.
Poi si, anche il resto viene da sè...